Formazione in ambito Sanitario
Programmi di formazione di Empowerment NeuroRelazionale® dedicati al
personale sanitario, finalizzati alla creazione di nuove competenze relazionali per il benessere organizzativo, la gestione dello stress, lo sviluppo della resilienza e l’armonizzazione dei conflitti.
Ciclo di 6 incontri (di 4 ore ciascuno), finalizzati allo sviluppo di competenze per favorire il benessere personale e sociale, per vivere meglio sul posto di lavoro, sviluppando le capacità di gestione dello stress, di accrescimento della resilienza e l’armonizzare dei conflitti.
L’accordo europeo sullo stress lavoro correlato del 2004, e le recenti statistiche a livello CEE dimostrano che lo stress è il secondo fattore di rischio per la salute dei lavoratori e che gli effetti della sua diffusione in ambito aziendale e professionale comportano un peggioramento delle relazioni interpersonali, un calo della motivazione e della produttività, assenteismo, turnover ed aumento delle malattie. La Comunità Europea ha stimato una perdita di oltre 20 miliardi di euro all’anno per mancate ore lavorative e spese sanitarie.
Tale condizione di vita accentua nella persona la sensazione di incapacità di rispondere alle sollecitazioni e alle minacce ambientali, tanto che il prof. Hans Selye ha descritto lo stress (Sindrome Generale da Adattamento) come “il disagio più dannoso, invisibile e diffuso del nostro tempo”.
Per fronteggiare la Sindrome Generale da Adattamento, le aziende più lungimiranti e sensibili alla qualità della vita, hanno adottando politiche di prevenzione e gestione delle interazioni problematiche tra la persona e l’ambiente operativo.
La scuola di Counseling Organizzativo ESAFORUM ha elaborato la Metodologia HoliSman® quale naturale evoluzione del modello psicologico-transazionale. Il modello olistico, anziché affrontare in modo oppositivo i fattori esterni percepiti come minacciosi e invalidanti, accompagna l’individuo in un efficace processo di riconoscimento e trasformazione delle proprie dinamiche limitanti e stressogene al fine di riattivare quelle risorse interiori evolutive, responsabili dell’equilibrio, dell’armonia e della realizzazione personale.
Il programma HoliSman® pertanto è concepito per coloro che, non accettando di continuare a combattere lo stress a livello sintomatico ed oppositivo, intendono deliberatamente promuovere il loro processo di crescita nella consapevolezza di sé, utilizzando le situazioni stressogene e l’energia in esse contenute per promuovere la propria evoluzione e raggiungere un livello duraturo di benessere emotivo e psicofisico.
Obiettivo nazionale/ regionale di Educazione Continua in Medicina a cui fa riferimento l’attività formativa:
Sicurezza negli ambienti e nei luoghi di lavoro e patologie correlate (27)
Obiettivo/i educativi formativi complessivi dell’attività formativa:
La scuola di Counseling Organizzativo ESAFORUM ha elaborato la Metodologia Holisman® quale naturale evoluzione del modello psicologico-transazionale. Il modello olistico, anziché affrontare in modo oppositivo i fattori esterni percepiti come minacciosi e invalidanti, accompagna l’individuo in un efficace processo di riconoscimento e trasformazione delle proprie dinamiche limitanti e stressogene al fine di riattivare quelle risorse interiori evolutive, responsabili dell’equilibrio, dell’armonia e della realizzazione personale.
Il programma HoliSman® pertanto è concepito per promuovere e sostenere il partecipante in un processo di crescita della consapevolezza di sé, utilizzando le situazioni stressogene e l’energia in esse contenute per promuovere la propria evoluzione e raggiungere un livello duraturo di benessere emotivo e psicofisico.
Sintetica descrizione dei contenuti dell’Empowerment NeuroRelazionale® – 2° livello Leadership Integrale per Coordinatori:
Ciclo di 6 incontri (di 4 ore ciascuno) dedicati ai coordinatori di reparto, finalizzati al consolidamento delle tematiche acquisite nel primo livello e all’apprendimento di ulteriori tecniche di comunicazione e leadership situazionale, utili a favorire lo sviluppo professionale e la capacità di conduzione dei collaboratori per la creazione del Benessere Organizzativo.
LA FIGURA E IL RUOLO DEL COORDINATORE INFERMIERISTICO
Il Coordinatore Infermieristico è una figura chiave nell’organigramma delle Organizzazioni Sanitarie ed è di fondamentale importanza per le sue funzioni di “collante” tra le esigenze e gli obiettivi aziendali ed i bisogni di cura e il diritto alla salute dei pazienti.
Il lavoro del Coordinatore, in massima sintesi, si articola su più livelli di impegno e responsabilità, che spaziano dalla gestione degli infermieri e delle altre figure di supporto fino al coordinamento di tutte le attività organizzative del reparto.
Il Coordinatore pertanto, nella sua attività di management, deve tener conto non soltanto dei mezzi tecnici, ma anche e soprattutto del numero e della qualità delle risorse umane a sua disposizione.
E’ noto che il raggiungimento di determinati obiettivi aziendali è spesso influenzato dal clima relazionale del reparto e per tal motivo il Coordinatore è tenuto alla creazione di un clima armonico, motivando il personale a partecipare al lavoro di équipe in modo responsabile e proattivo.
Per raggiungere tale obiettivo, il Coordinatore dovrà possedere ed esercitare spiccate qualità relazionali e attuative, predisponendo dei piani di lavoro personalizzati che tengano conto non solo dell’organizzazione delle attività dell’unità operativa, ma anche delle singole caratteristiche e peculiarità del personale a disposizione, oltre che a gestire i rapporti con i responsabili degli altri reparti, la compagine medica, amministrativa, e parentale.
Tra i vari ruoli delle professioni sanitarie la figura del Coordinatore Infermieristico risulta essere spesso quella più esposta ai rischi di stress da lavoro correlato poiché le sue funzioni non riguardano soltanto le attività pratico-organizzative, ma comportano tutta una serie di mansioni relazionali quali la programmazione, l’orientamento e la gestione delle attività degli infermieri e dei collaboratori, che spesso includono anche la quadratura dei turni di lavoro con organico insufficiente, la ricomposizione dei conflitti interni e la tutela dei valori aziendali e sociali. Tutto questo con una notevole ricaduta di coinvolgimento personale, di impegno, tensione, ansia e iper responsabilizzazione.
In altri termini il Coordinatore è tenuto a sviluppare abilità di leadership situazionale che includono anche le capacità di gestione oltre che del proprio stress anche quello dei propri collaboratori e di tutti i professionisti sanitari con cui si interfaccia.
Nella nostra esperienza di erogazione del modulo formativo “La Soluzione Holisman® in ambito sanitario” su oltre 600 utenti in ruolo nelle ULSS 7 Pedemontana (Bassano, Schio, Thiene), ULSS 8 (Lonigo, Arzignano) e ULSS 6 (Vicenza, Ospedale San Bortolo) abbiamo riscontrato come le tematiche sopracitate siano trasversali a tutti i reparti e riflettano fedelmente lo stato di necessità formativa di maggior consapevolezza e padronanza di sè del corpo infermieri ed anche dei loro coordinatori. In questa esperienza abbiamo avuto modo di verificare l’efficacia della nostra metodologia di Empowerment NeuroRelazionale® confrontandola con le schede di apprendimento di fine corso e i risultati della ricerca di valutazione dei rischi da Stress L.C. condotta dal dott. Alberto Acqua (responsabile della Sicurezza ULSS 5 Lonigo).
La ricerca per la valutazione dei rischi da Stress Lavoro Correlato prodotta dalla ULSS 5 ha tenuto conto di indicatori oggettivi e soggettivi. Tra i maggiori INDICATORI OGGETTIVI troviamo:
AZIENDALI: Indice degli infortuni / Assenze per malattia / Ferie non godute / Trasferimenti interni / Rotazione del personale / Procedimenti e sanzioni disciplinari / Numero di visite mediche richieste / Segnalazioni formalizzate di disordine da Stress / Istanze giudiziarie.
DI CONTESTO: Cultura organizzativa / Ruolo nell’organizzazione / Evoluzione di carriera / Autonomia decisionale / Controllo del lavoro / Rapporti interpersonali / Interfaccia Casa – Lavoro.
DI CONTENUTO: Ambiente e attrezzature di lavoro / Pianificazione dei compiti / Carico di lavoro / Ritmo di Lavoro / Orario di lavoro.
Tra i maggiori INDICATORI SOGGETTIVI troviamo:
Dalla disamina degli indicatori SOGGETTIVI emersi, evidenziamo, in larga massima, una serie di bisogni formativi espressamente correlati a fattori umani quali:
in ordine PSICOFISICO:
in ordine RELAZIONALE:
Le aree più critiche emerse dalla ricerca dei FATTORI SOGGETTIVI evidenziano la necessità di valorizzazione del personale, una maggior definizione nell’assegnazione delle risorse umane ed un incremento del fabbisogno formativo dedicato alla crescita del ”fattore umano” quali ad esempio:
Nei dati conclusivi della ricerca dell’ULSS 5 è emerso che, oltre la fatica per le condizioni di lavoro e un carico eccessivo di tensione mentale ed emotiva, vi è la diffusa la percezione di inadeguatezza nel personale a reggere il carico di Stress L.C. con conseguente senso di frustrazione e scarsa soddisfazione per il lavoro svolto.
Dall’attività di ricerca promossa da FIASO (Federazione Italiana ASL e Ospedali) per lo sviluppo e la tutela del benessere e della salute organizzativa nelle aziende sanitarie si evidenzia che:
“Ogni azione deve puntare innanzitutto alla centralità delle persone. E’ importante valorizzare il lavoratore come persona con le sue necessità e le sue competenza, assicurare spazio all’iniziativa, riconoscere l’importanza dei ruoli dei collaboratori e stimolare la massima espressività degli individui nel proprio contesto di riferimento”
L’obiettivo generale del corso è quello di approfondire l’esperienza di Empowerment NeuroRelazionale®, e di fornire strumenti di conoscenza di sé per sostenere il Coordinatore ad acquisire una maggior competenza relazionale e padronanza di sé, per instaurare con i propri collaboratori una REC (Relazione Empatico Costruttiva) come fondamento per la creazione di un clima di Benessere Organizzativo idoneo al raggiungimento di ulteriori obiettivi organizzativi e relazionali.
Tale presupposto permetterà un:
EMPOWERMENT DELLE CAPACITÀ del Coordinatore a livello:
Favorire forme di partecipazione organizzativa promuovendo l’ascolto e la condivisione per la promozione di un atteggiamento proattivo diffuso anziché di un clima di lamento e recriminazione.
Nella definizione dei moduli formativi abbiamo tenuto conto delle condizioni psicofisiche dei partecipanti, del bisogno di ricevere ascolto e dell’esigenza di potersi confrontare con i colleghi in uno spazio di condivisone libero dal rischio di giudizio e valutazione.
Per soddisfare questa esigenza abbiamo previsto momenti di apprendimento teorico alternati con esercizi pratico-applicativi che favoriscono l’ascolto attivo e l’esperienza di un’autentica condivisione tra i partecipanti.
Il Progetto nasce dalle esigenze delle Strutture di Ginecologia e Ostetricia, Neonatologia, Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale di costruire un protocollo che metta in grado gli operatori di affrontare le problematiche relative alla gestione del lutto perinatale e neonatale.
L’area materno-infantile rappresenta infatti un peculiare luogo ideale della sanità dove l’inizio della vita, l’evento nascita in tutti i suoi collegati, impatta, a volte violentemente, con la fine della vita. Inoltre l’area materno-infantile rappresenta un settore dove la relazione tra i professionisti della salute e i pazienti risulta più complessa, arricchita, impreziosita dal rapporto con la diade genitoriale che entra costitutivamente nel rapporto di cura. Si rende necessario quindi una preparazione specifica che permetta agli operatori dell’area un corretto approccio sia nei confronti della diade genitoriale che nelle dinamiche che si sviluppano all’interno dello stesso team di lavoro.
Una formazione che tenga conto della complessità della dimensione relazionale ed emotiva, della pluralità delle dimensioni valoriali in gioco e che offra un consolidato quadro di tecniche comunicative nelle quali muoversi. Al progetto è infine necessario che si accompagni la consegna e la sperimentazione di un protocollo pratico che permetta l’utilizzo durante la pratica clinica.
In sintesi:
comprendere le caratteristiche del problema della morte e del lutto in ambito perinatale e neonatale, confrontarsi con la propria dimensione morale e con quella degli altri colleghi e attori (Genitori etc), padroneggiare metodologie utili alla negoziazione etica.
“Il tocco arriva dove non arrivano la voce, le parole e le immagini.”
Proposta formativo-esperienziale per il personale sanitario, finalizzata alla crescita dell’empatia e della consapevolezza di sé durante la manipolazione del corpo della persona assistita.
La parola “assistere” significa “essere presente allo svolgimento di un fatto” e “stare vicino a una persona per offrirle appoggio e aiuto, o per aiutarla e darle la propria collaborazione nella sua attività, o comunque per giovarle materialmente o moralmente “.
L’assistere è legato all’aiutare, al soccorrere e sovente ci soffermiamo solo su questo aspetto dimenticando la prima parte del significato della parola, che è quello di essere presente. Presenza significa non solo con l’essere lì, ma esserlo con padronanza delle proprie facoltà, con consapevolezza di sé, in altre parole con autocoscienza.
Quando una persona ha bisogno che un’altra la aiuti per la risposta ai suoi bisogni di base (muoversi, mangiare, dormire, lavarsi e vestirsi) ha bisogno che l’Aiutante sia presente non solo fisicamente, ma anche energeticamente. La qualità di questa presenza passa innanzitutto attraverso il contatto fisico, e quindi, nell’assistenza ai cosiddetti “bisogni di base”, il toccare il corpo dell’altro diventa il principale strumento di lavoro.
Spesso accade che “nell’assistenza di base” vi sia una sorta di disparità tra il beneficio atteso dei riceventi e la prestazione offerta dell’operatore, il quale, per una serie di ostacoli, riesce parzialmente a soddisfare le aspettative delle persone. Molteplici sono i motivi per cui ciò accade e l’intervento per migliorare l’assistenza richiede l’analisi di vari fattori.
Viviamo un momento storico di grandi contraddizioni, in cui, a fronte dell’aumentare dei bisogni di assistenza, le carenze numeriche oggettive e la mancanza di tempo riducono la qualità dell’aiuto offerto e della presenza energetica alla persona assistita.
L’evoluzione della tecnologia ha permesso di analizzare la persona fin nei minimi dettagli, ma allo stesso tempo ha prodotto una difficoltà sempre maggiore, in chi si prende cura, di instaurare con la persona assistita una relazione empatica, oltre a quella fisica strettamente necessaria al processo di cura.
Toccare è comunicare a tutti gli effetti; toccare in modo appropriato significa accogliere l’altro riconoscendolo nella sua individualità (individuo= non diviso), confermandolo nel suo esistere. Se la mano di chi assiste realizza solo un toccare tecnico finalizzato al gesto che sta compiendo, spesso questo gesto risulta essere invasivo. Tuttavia, se la persona che assiste si riappropria di una visione “olistica” che abbracci la totalità dell’essere umano a favore di un agire non frammentato, è possibile, almeno in parte, risolvere il problema. Chi assiste è infatti detentore di capacità, poteri e saperi in grado di intervenire sulla globalità della persona, non solo ai fini della riparazione (aspetti diagnostico/terapeutici), ma anche per dare sostegno alla vita proprio attraverso l’assistenza di base.
Svolgere le stesse azioni con una maggior consapevolezza e sensibilità, cambia radicalmente la qualità della relazione.
Attraverso l’affinamento del gesto di cura e l’armonizzazione del contatto, la relazione professionale può diventare empatica, in modo tale da sostenere la persona nella sua integrità e confermarla nella sua unicità ed essenzialità.
Il toccare il corpo della persona assistita in modo energeticamente presente e consapevole, non è dunque una tecnica fine a sé stessa, ma la possibilità di ampliare la qualità dell’essere in relazione con l’altro, tanto da potersi rapportare in un clima di reciproca fiducia e collaborazione.
La creazione del rapporto empatico con la persona assistita favorisce anche nell’operatore una sensazione presenza e di benessere, utile ad alleviare le fatiche fisiche ed emotive dell’attività assistenziale.
La proposta formativa si articola in due livelli:
1° Livello: Dal tocco procedurale al tocco gentile
2° Livello: Il Tocco empatico e consapevole
Counselor esperti nella relazione di aiuto a mediazione corporea formati al Counseling Integrale® secondo i programmi di formazione professionale dell’Accademia dell’Essere® di Verona.
Il corso è rivolto al personale sanitario e a chi si occupa di assistenza di persone che necessitano di aiuto per la cura del proprio corpo.
Per l’iscrizione al corso è previsto un colloquio individuale con riserva di ammissione. In considerazione del numero chiuso previsto per garantire la profondità e l’efficacia delle pratiche e dell’apprendimento, Vi preghiamo, se interessati, di richiedere al più presto un appuntamento per il colloquio di ammissione.
Castalia Esaforum S.r.l.
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